Recensione

Tratta dal blog “Cris Cri (Uncuoretrailibri)” di Cristina

“2030: Apocalypse war” – Elisa Delpari

Nel mondo della letteratura, i supereroi hanno da sempre affascinato lettori di ogni età, trasportandoli in universi fantastici diversi e lontani, grondanti di rocambolesche avventure e poteri sovrumani.
In ogni epoca e in ogni civiltà l’umanità ha infatti avuto i suoi supereroi.
Molti fanno parte dell’immaginario collettivo: Ulisse, Ercole, Achille sono ancora in grado di dire qualcosa all’uomo del XXI secolo. Tuttavia, anche l’età contemporanea ha i suoi supereroi: Superman, Batman, L’Uomo Ragno, Capitan America, il Dr. Manhattan e innumerevoli altri costituiscono una sorta di novello e rivisitato Olimpo che si materializza non più in sfarzosi templi di marmo e monumentali statue di bronzo ma in immagini di carta o di celluloide.
Nelle ultime settimane, grazie alla sezione Marvel della piattaforma Disney + il mio interesse per il mondo degli Avengers, con i suoi supereroi dalle straordinarie abilità e le epiche battaglie contro il male, è cresciuto a dismisura. Questo sepolto e nascosto entusiasmo per il potere e la grandezza, improvvisamente e inaspettatamente sbocciato, mi ha condotto a una nuova avventura letteraria: “2030 Apocalypse war” che porta la firma della scrittrice Elisa Delpari.
Un romanzo distopico immerso in un futuro tecnologico, dove il destino dell’umanità è sospeso tra la speranza rappresentata dai supereroi e l’oscurità incarnata da un conquistatore del mondo, il generale giapponese Yamamoto.
Se in “1944: The rebellion“, Elisa Delpari ci aveva trasportati nel periodo della Seconda guerra mondiale attraverso un incredibile viaggio nel tempo della protagonista (Elektra), quest’ultima, in 2030: apocalypse war, vive nella New York del futuro.
Sono infatti trascorsi più di dieci anni da quando Elektra ha vissuto l’esperienza più straordinaria della propria vita: dopo aver scoperto (in seguito a delle inspiegabili visioni) che la bisnonna Lisa era stata attiva sul fronte della resistenza partigiana durante la guerra, combattendo contro i nazisti, la ragazza aveva avuto modo di vivere, con l’aiuto di un bravo ipnotista, in quel drammatico periodo “incarnandosi” (anche se solo mentalmente) nei panni della bisnonna.
Attualmente vive nella Grande Mela, lavora in ospedale come medico chirurgo ed è sposata con un geloso, comprensivo e temerario Daniel, responsabile del reparto informatico nella Tec Enterprise, un’azienda che si occupa di creare nuovi software per poi impiantarli nel “corpo” di robot.
Subito ci ritroviamo di fronte alla meccanica ben nota dei sogni di Elektra.

“[…] Cosa succede, le visioni mi sono ritornate dopo tutti questi anni? E cosa voleva dire questo sogno, che sia una specie di premonizione?”

Sogni che non mostrano più il passato. Nelle sue visioni compaiono infatti confuse immagini di un futuro fumoso ed indefinito.
Futuro che andrà delineandosi rapidamente tra le pagine, dipingendo uno scenario catastrofico di guerra sempre più vicino… un futuro post-apocalittico, nel quale la protagonista scorge una New York distrutta da un evento devastante.

“[…] Tutto ad un tratto sento delle urla provenire dall’esterno seguite da degli scoppi. Preoccupata, mi affaccio alla finestra. Qui assisto a una scena surreale, vedo dei soldati marciare compatti uno di fianco all’altro, con le armi spianate e puntate davanti a loro, alcuni in compagnia di pastori tedeschi altri con dei robot da combattimento di fianco seguiti a ruota da Jeep sollevate a mezz’aria grigio acciaio che ricordano come forma la Batmobile, ma con l’aggiunta di piccole mitragliette ai lati del cofano e carri armati a levitazione di colore totalmente nero, ( con dei propulsori magnetici al posto dei cingoli ), una barriera magnetica che funge da scudo protettivo e la torretta senza più il cannone, ma al suo posto dei sensori che presumo sparino raggi laser, mentre il resto della struttura all’esterno del mezzo è rimasta pressoché invariata. La gente sta uscendo dagli edifici per vedere che succede, e le loro facce sono tese e allarmate come non mai. Alcuni impavidi si avvicinano alla fila dei soldati per avere spiegazioni, ma vengono allontanati in malo modo […] è una scena orribile, possibile che la stessa cosa capitata a Lisa accada anche a me? Verremo invasi da un popolo straniero, che ci sottometterà tutti quanti?”

Il fantasy di Elisa Delpari passa dallo sfondo storico del romanzo precedente a quello futuristico/distopico di questo romanzo, che immagina un domani in realtà piuttosto vicino a noi, in cui i robot si sono affiancati alla manodopera degli esseri umani, soppiantandoli in alcuni ambiti professionali, i grattacieli altissimi e moderni hanno sostituito completamente le case in pietra, mentre schermi e libri hanno ceduto il posto a fredde ed inconsistenti proiezioni olografiche.

“[…] anche questo posto è cambiato, l’albero di Natale famoso in tutto il mondo non c’è più, sostituito da un suo sosia in versione olografica e la pista di pattinaggio è stata tolta, al suo posto ora c’è una statua di un robot, dedicata alla Tec Enterprise… con una scritta alla base. Anche le piante e le aiuole fiorite sono scomparse, prima rimpiazzate da alberi e fiori di plastica e dopo da altre proiezioni, che ricreano anche i profumi e il frusciare delle foglie tra i rami.”

Con un intreccio ricco di azione, personaggi memorabili e una profonda riflessione sul significato del bene e del male, questo libro dalla penna semplice ma non banale, delicata e incisiva al tempo stesso, offre una prospettiva diversa, nuova, su un genere amato da milioni di persone in tutto il mondo.
Cosa significa veramente essere un eroe? Quale prezzo devono pagare coloro che indossano le maschere per proteggere il mondo? Come si gestiscono i conflitti interiori e le tragedie personali in un mondo dove la giustizia e il dovere vengono prima di tutto?
Incoraggiando il lettore a riflettere profondamente, il lavoro della scrittrice con la sua semplicità, scavando a fondo, tra la superficialità delle pagine, si staglia per la sua capacità di esplorare temi filosofici e morali profondi.
Invita a esplorare i concetti di potere, responsabilità, libertà e giustizia in un contesto straordinario, offrendo spunti di riflessione che possono arricchire la comprensione personale e il dialogo sulla condizione umana.
Questa opera letteraria cattura tra l’andatura delle pagine l’essenza dell’unità e della lealtà tra supereroi e crea una trama avvincente che richiama la dinamica e il fascino degli Avengers.
La storia ruota infatti attorno a un gruppo eclettico di individui, ognuno con abilità straordinarie e personalità sfaccettate, che si unisce per affrontare una minaccia imminente.
Un mix ben assortito di membri con abilità fisiche e mentali straordinarie.
Le similitudini tra questi personaggi e gli Avengers non si limitano solo ai poteri e alle dinamiche di squadra, ma si estendono alle loro relazioni interpersonali. Ci sono momenti di tensione, di rivalità e di amicizia profonda che mimano i rapporti tra i beniamini dei tanto amati e apprezzati fumetti.

“[…] Il silenzio viene rotto da Esmeralda, che rivolgendosi a me in tono contrariato mi chiede: – E questo robot che cosa ci fa in casa tua? Non ne avevi accennato durante il nostro incontro. –”

Si tratta di una lettura che va oltre il semplice l’entertainment quello che noi lettori cerchiamo in testi del genere.
Nell’era in cui la tecnologia avanza a passi da gigante, questo romanzo è una sottolineatura incisiva dell’importanza di valori umani fondamentali come l’amicizia, la compassione, l’empatia e la responsabilità.
E mentre i supereroi si ergono come simboli di speranza, il lettore è costantemente spinto a interrogarsi su quale sia il vero significato dell’eroismo in un mondo sempre più complesso.
Un’opera che cattura l’immaginazione, commuove il cuore e stimola la mente.
Un libro che nel suo piccolo dimostra come il genere distopico possa essere anche un potente veicolo per esplorare le sfide e le speranze di un’epoca in un mondo, il nostro, che continua a evolversi con rapidità sorprendente.
Unica nota dolente… alle pagine avrebbe giovato un editing più approfondito e particolareggiato per limare e limitare alcuni evidenti difetti nello stile narrativo.

Recensione tratta da “Cris Cri (uncuoretrailibri)

Per leggere anche tutte le altre recensioni disponibili, vai alla pagina “Recensioni