Recensione “Review Party” (Puntata 1 di 4)

Tratta dal blog “Paper purrr” di Elisa

“2030: Apocalypse War” di Elisa Delpari

Buon pomeriggio, cari readers

Come promesso, oggi torno con la recensione di 2030: Apocalypse War, un romanzo distopico di Elisa Delpari di cui vi ho già parlato la scorsa settimana in occasione del “Blog Tour” dedicato all’opera. Se vi siete persi la tappa riguardante l’elemento sovrannaturale della storia, correte a cercarla tra gli articoli del blog.

In questi giorni è in corso un secondo evento per il libro, un Review Party al quale partecipo molto volentieri. A tal proposito ci tengo a ringraziare fin da subito l’autrice per avermi regalato una copia del romanzo e per avermi dato questa stupenda opportunità.

Per chi non lo sapesse, “2030: Apocalypse War” è il seguito di “1944: The Rebellion“, un altro distopico pubblicato nel 2021. I due romanzi hanno in comune la presenza della protagonista Elektra, ma si possono leggere anche singolarmente.

Chiarito ciò, direi di passare alla recensione vera e propria…

Credo che il romanzo di Elisa Delpari possa accontentare i gusti di diversi lettori, perché presenta sia una trama avventurosa e prettamente “d’azione” sia una serie di storyline personali che attirano l’attenzione anche sugli aspetti psicologici e introspettivi dei personaggi (e soprattutto della protagonista Elektra). A dirla tutta penso che Elektra sia il vero punto forte della storia, perché è una donna determinata e tosta che però non nasconde la sua sensibilità né finge di essere una sorta di Xena postapocalittica. 

Se da una parte la storia ci parla di rovina e terrore, dall’altra rimane un nucleo tiepido e luminoso attorno a Elektra e alle persone a lei care: l’amicizia e l’amore assumono un’importanza fondamentale all’interno del libro, perché senza questi legami non solo la protagonista non avrebbe speranza di salvare la situazione, ma non avrebbe neppure delle valide ragioni per tentare. Se siete pratici di racconti distopici avrete notato che una delle primissime manovre messe in atto dal tiranno di turno (o da chi per lui) consiste nel cercare di isolare le persone, di separarle da qualsiasi affetto umano. A tale scopo si impongono le segregazioni, le difficoltà economiche, le guerre. Tutto per spingere gli individui a diffidare gli uni degli altri. E, sempre se ci avete fatto caso, le tirannidi dei romanzi distopici iniziano a crollare nel momento in cui qualche legame umano riesce a sopravvivere alla politica dell’emarginazione. Non quando il re o il presidente o il generale vengono abbattuti, ma quando gli uomini cominciano a unirsi e a prendere decisioni che, una dopo l’altra, provocano un cambiamento.

Ora non voglio rifilarvi la solita vecchia solfa secondo cui l’amore vince su tutto, perché purtroppo questo non è sempre vero nè nei libri né tanto meno nella realtà, ma forse il punto non sta tanto nello sconfiggere il nemico o nel salvare il mondo: il punto sta nell’essere insieme per provare a fare qualcosa.

Elektra, Matt, Sara e gli altri personaggi di “2030: Apocalypse War” non sanno se riusciranno nel loro intento, però lottano. E, anche se magari non lo capiscono subito, è proprio così che contrastano in modo più efficace il sistema instaurato dal generale Yamamoto. La vera ribellione non consiste in un attacco, ma nel restare in vita. Perché i regimi dei romanzi distopici vogliono uccidere lo spirito delle persone prima dei loro corpi, anzi soltanto il loro spirito dato che i loro corpi potrebbero rivelarsi utili… Ma ogni volta che Elektra sceglie di fidarsi di qualcuno, la luce dentro di lei rimane accesa e questo significa che è viva e che sta combattendo. Ogni volta che uno dei personaggi si dimostra diverso da Yamamoto e dai suoi (e sul finale della storia vedrete che Elektra compie un grosso gesto in tal senso) sta combattendo e sta resistendo. Ancora prima di compiere qualsiasi azione pratica.

C’è una sorta di meccanismo di difesa insito nella mente umana, di cui quasi nessuno si rende conto: quando un mostro ci fa paura, tendiamo lentamente a trasformarci in esso, ad assomigliargli per proteggerci da lui. Ed ecco perché il più grande atto di ribellione consiste nel non diventare il mostro che ci fa paura.

Credo che il principale merito di Elektra e dei suoi amici stia precisamente nell’essere in grado di resistere alla distruzione che li circonda grazie a quei legami di amicizia che alla fine li salvano, a prescindere da come si concluderà la storia. Perché, come ho scritto in un precedente articolo, c’è una differenza fondamentale tra lieto fine e salvezza. Non vi svelo la conclusione del romanzo, spetta a voi andare a scoprirla; ma ancora una volta mi sento di dire che i personaggi sono riusciti a salvarsi.

2030: Apocalypse War” non è un’opera perfetta. Come ho già avuto modo di spiegare all’autrice, penso che al libro avrebbe giovato un editing più approfondito per limare alcuni piccoli difetti dello stile narrativo, e in generale ho l’impressione che la scrittura di Elisa abbia ancora bisogno di maturare. Tuttavia sento che in questo romanzo c’è passione e c’è amore, e gioia di vivere e desiderio di avventura e una serena propensione per le cose belle.

Quindi vedo l’anima del romanzo di Elisa, che alla fine è la cosa più importante. Almeno secondo me. Detto ciò, consiglio all’autrice di continuare a scrivere e a studiare, e le auguro di incontrare sulla sua strada realtà editoriali in grado di apprezzare e valorizzare il suo lavoro.

Ecco qui miei cari, questo era il mio parere su “2030: Apocalypse War” Un libro che vi consiglio di leggere durante le vacanze di Natale, se volete tenere un angolino della mente impegnato in una bella avventura. Ricordatevi anche di andare a cercare le altre recensioni del Review Party, per scoprire cosa pensano i miei colleghi blogger del romanzo.

Come sempre colgo l’occasione per lasciarvi i link d’acquisto dell’opera: “qui” potete trovare la versione digitale, “qui” invece c’è quella cartacea. Non dimenticate che un libro è sempre un regalo azzeccato, sia per voi stessi che per qualcuno cui volete bene.

E con queste parole vi auguro di cuore un felice Natale e un anno nuovo sereno. Grazie a tutti coloro che mi hanno seguita nei miei deliri librosi. Spero di ritrovarvi tutti a gennaio!

Recensione tratta da “Paper purrr

Per leggere anche tutte le altre recensioni disponibili, vai alla pagina “Recensioni