Blog Tour

Terzo appuntamento… il genere distopico

Dal blog “L’Angolo dei Libri

Buongiorno lettori!

Dicembre si avvicina e tutto parla di Natale, luci e feste!
Per questo non ho potuto dire di no a questo carinissimo Christmas Blog Tour, soprattutto visto che il romanzo protagonista è un distopico!!!

Oggi il blog è infatti lieto di ospitare la terza tappa del Blog Tour dedicato a “2030: Apolcalypse War“, romanzo distopico di Elisa Delpari (seguito dell’opera “1944: The Rebellion“, pubblicata nel 2021).
Nei giorni scorsi i miei colleghi hanno presentato il libro e l’evento, e poi abbiamo potuto sentire la voce diretta dell’autrice grazie a una bella intervista. Ora spetta a me il piacere di parlarvi del genere letterario cui il romanzo appartiene.

Come ho detto, il libro tratta di una distopia. E a sottolinearlo è il titolo stesso, poiché in letteratura una distopia è appunto una storia ambientata in un futuro più o meno prossimo. Si potrebbe quindi pensare a una semplice “costola” del fantasy, dato che spesso i romanzi distopici propongono scenari e creature immaginari.

Tuttavia questo genere presenta una particolarità che lo differenzia dal fantasy vero e proprio, e che lo avvolge in una sfumatura inquietante. Perché gli scrittori di libri distopici non si limitano a inventare una realtà futura, ma innanzitutto osservano il presente… e partendo dalle sue contraddizioni dipingono un futuro possibile, il quale non è altro che un’evoluzione distorta del presente; il primo passo da compiere per creare un’ambientazione distopica efficace è porsi domande su ciò che già esiste, su ciò che già sta accadendo.

Così l’aberrazione degli Hunger Games nell’omonima saga di Suzanne Collins non è nata dal nulla, è il prodotto di un’ipotetica America implosa e degenerata in una casta di distretti soggiogati dallo strapotere di Capitol City. La stessa Capitol City non è un regno immaginario, è la rappresentazione estremizzata di qualcosa che in nuce esiste già. Almeno secondo l’autrice della saga, sembrerebbe.

Allo stesso modo l’affascinante ma agghiacciante atmosfera che aleggia in 1984 non è una pura invenzione di George Orwell: al contrario è qualcosa di malato che scaturisce dal tentativo di rinsaldare un certo tipo di potere manipolando le menti delle persone; un tentativo che evidentemente l’autore ravvisava già nel suo tempo e che forse considerava destinato a degenerare in modi simili a quelli da lui descritti nel libro.

Ovviamente non bisogna pensare che in tutte le opere distopiche ci siano tracce di critica sociale, perché lo scopo primo di un romanzo di genere rimane la necessità di intrattenere il lettore con una trama avvincente e non per forza realistica o significativa. Non è scontato che gli autori dei libri distopici siano “pessimisti”, eppure credo che lo spirito di questo genere letterario possa essere ben descritto da una massima attribuita a Robert Oppenheimer: “L’ottimista pensa che questo sia il migliore dei mondi possibili; e il pessimista sa che è vero”.

Il panorama distopico tratteggiato in “2030: Apocalypse War” rispecchia pienamente le caratteristiche sopra elencate: infatti ci mostra una New York distrutta, sconvolta da qualcosa di terribile che ha spazzato via tutto ciò che sembrava incrollabile e certo. A dire il vero questo romanzo usa un espediente ancora più sadico per informare il lettore (e la protagonista Elektra con lui), perché se in altre storie il lettore viene immerso fin da subito nella realtà distopica, la quale gli viene dunque propinata come un dato di fatto, qui la minaccia di un futuro oscuro si avvicina lentamente. Apparendo prima nelle visioni di Elektra e poi materializzandosi in modo quasi inesorabile davanti agli occhi dei personaggi, come una forza inarrestabile che avanza guadagnando terreno e portando via con sé tutto quanto.

Noi che abbiamo vissuto il 2020 forse ne sappiamo qualcosa, perché abbiamo visto cambiare il nostro mondo un giorno dopo l’altro. E la nostra normalità scivolare via come sabbia tra le dita, senza riuscire a trattenerla.

A torto il genere distopico è spesso considerato “solo” un’appendice del fantasy; un’appendice più eccitante, più spietata e più moderna, un genere cui gli scrittori si affidano per stupire il lettore con immagini che risulterebbero fuori luogo nel fantasy classico. Ma può essere molto altro, perché l’unica cosa che inquieta più di un presente precario è l’idea di un futuro caduto in preda alla follia.

Non dimentichiamo però che molti romanzi distopici aprono anche la porta a nuove speranze, a un cambiamento nelle vite dei protagonisti. Una luce nel buio… Perché, se arriva all’ultima pagina del libro, significa che il lettore sopravvive in tutti questi futuri distorti.

Programma del Blog Tour

Per non perdere nemmeno un dettaglio del romanzo queste sono le pagine da visitare:

Presentazione del libro e dell’evento
Intervista all’autrice
L’elemento sovrannaturale
La protagonista