Blog Tour

Quarto appuntamento… l’elemento sovrannaturale

Dal blog “Paper Purrr

Ben ritrovati, readers del mio 💜

Siamo ormai in pieno clima natalizio Siete contenti?

Beh, che siate amanti del Natale o meno, di certo sarete tutti d’accordo sul fatto che un libro è sempre un regalo gradito. Anche per i “Grinch” più ostinati.

A tal proposito ho pensato di consigliarvi un romanzo avvincente ed emozionante per accompagnare i prossimi giorni di festa: si tratta di “2030: Apocalypse war“, un distopico di Elisa Delpari pubblicato pochi mesi fa (dopo “1944: The rebellion“, romanzo del 2021 che introduce la storia e la protagonista Elektra… Apocalypse War, comunque, si può leggere tranquillamente anche come opera autonoma.

Insieme all’autrice abbiamo organizzato due eventi speciali per aiutarvi a conoscere meglio il libro: questa settimana il Blog Tour è già in corso, mentre la prossima avremo un fantastico Review Party pre-natalizio. Quindi vi invito innanzitutto a dare un’occhiata alle tappe del Tour già uscite: nei giorni scorsi abbiamo avuto una bella presentazione del romanzo, un’intervista alla scrittrice e un’interessante trattazione sul genere distopico, cui Apocalypse War appartiene.

Come potete vedere dal titolo dell’articolo, oggi io avrò il piacere di parlarvi dell’elemento sovrannaturale che contraddistingue la storia. 

Forza allora, entriamo nel vivo dell’argomento

La prima cosa che vorrei dirvi è che ho particolarmente apprezzato il fatto che nel romanzo vi sia un elemento sovrannaturale, poiché non è detto che in un’opera distopica ce ne sia sempre uno. Se avete letto la tappa del Tour dedicata a questo genere letterario, sapete che distopico e fantasy non sono la stessa cosa.

Dico che la scelta dell’autrice mi ha resa felice perché personalmente adoro le storie in cui appare qualche spunto paranormale, anche solo accennato. Nel caso dei romanzi distopici, però, il rischio è di appesantire troppo la trama e di non riuscire poi a gestire bene tutto il materiale narrativo: le ambientazioni proprie di questo genere, infatti, solitamente sono di per sé piuttosto elaborate e aggiungere anche un espediente sovrannaturale potrebbe distrarre il lettore o mettere in crisi lo stesso autore.

Nel caso di “2030: Apolcalypse war” devo dire che l’elemento sovrannaturale risulta ben inserito nel racconto e riveste una funzione fondamentale nell’indirizzare le scelte della protagonista. Elektra è infatti una giovane donna che apparentemente vive un’esistenza normale e appagante a New York, ma che in realtà nasconde una sorta di capacità speciale, la quale l’aveva accompagnata durante l’adolescenza e sembrava poi essersi assopita.

Alla ragazza capita di avere delle visioni. La natura di tale “potere” è stata descritta in The Rebellion, quindi l’elemento sovrannaturale ha avuto tutto il tempo di manifestarsi e di essere metabolizzato dalla protagonista e dalla narrazione; motivo per cui, come ho detto, nel secondo volume la sua presenza risulta ben amalgamata al resto della vicenda. Sebbene le visioni tornino a piombare nella vita di Elektra in modo brutale, dato che le mostrano senza filtri quale futuro agghiacciante attenda la città di New York.

Proprio grazie a questo avvertimento inquietante, Elektra comincia a capire che il suo intervento potrebbe rivelarsi provvidenziale per evitare che tutto vada perduto.

Elektra sembra esistere in due dimensioni: vive nella realtà fisica, nella quale coltiva il suo lavoro, il suo amore e ciò che le è caro… Ma nello stesso tempo è anche proiettata oltre le barriere di quel che è visibile alle persone comuni, e questo potere si traduce in una grande responsabilità per lei. E in una serie di difficoltà non indifferenti, poiché in ogni momento lei dovrà riuscire a mantenere l’equilibrio tra presente e futuro.

Quando New York viene attaccata dal generale Yamamoto, per esempio, Elektra sente fin da subito tutto il terribile peso di quell’invasione: perché grazie alle sue visioni sa bene dove essa porterà e così, a differenza degli altri, è gravata dalla paura del futuro oltre che da quella del presente.

La possibilità di vedere il futuro è forse più una condanna che un dono; sia chiaro, io adoro questo genere di poteri, e sono sempre felice di ritrovarli in una storia: trovo che ci sia qualcosa di affascinante in chi è capace di giocare con il tempo e di vedere al di là dell’ordine degli eventi. Ma credo anche che i personaggi dotati di una simile abilità sopportino un destino ingrato: infatti le visioni di un veggente non sono quasi mai complete, e le persone come Elektra non sono esseri onniscienti. Sono uomini e donne che di tanto in tanto, spesso senza volerlo, accedono a degli sprazzi di conoscenza che non dovrebbero avere. E poi si ritrovano ancora più confusi ad affrontare una realtà piena di dubbi, di orrori, senza nemmeno sapere come collegare insieme i pezzi di futuro che hanno intravisto. Elektra vede, ma nessuno corre in suo aiuto per spiegarle cosa ha visto.

Il che è un po’ come sostenere un esame dopo aver potuto studiare solo una decina di pagine di un libro immenso.

Se ci fate caso, nei romanzi e nelle storie di fantasia i personaggi che hanno più probabilità di impazzire sono proprio quelli che possiedono la capacità di vedere oltre qualcosa, che si tratti di avere premonizioni o magari di percepire la presenza di fantasmi e altri esseri invisibili. Più il potere è forte e più il personaggio rischia di perdere la ragione se non impara a gestirlo, finendo per essere perseguitato dalla sua stessa mente.

E non sorprende neanche il fatto che spesso la manifestazione di poteri psichici presenti sintomi simili a quelli di alcuni disturbi mentali come la schizofrenia.

Ecco perché, a ben pensarci, credo che i poteri come quelli di Elektra siano quelli che mi affascinano di più… ma anche quelli di cui avrei più paura se mi trovassi a possederli.

Per fortuna la protagonista di “2030: Apocalypse war” è forte e non si lascia abbattere dal timore per il futuro incerto che la attende: anzi, il ritorno delle visioni arriva per lei come un richiamo, come la prova del fatto che è il momento di mettersi all’opera. Per certi versi è come se l’universo agisse tramite le visioni per permettere a Elektra di dare il proprio contributo allo scorrere degli eventi.

Nulla accade per caso, giusto?

Molto bene, ragazzi, spero tanto di essere riuscita a incuriosirvi. Se come me siete amanti del sovrannaturale e del distopico, nel libro di Elisa Delpari li troverete entrambi.

Quindi, se volete regalarvi o regalare a qualcuno questo romanzo, ecco i link d’acquisto: “qui” potrete trovare la versione digitale e “qui” quella cartacea.

Io vi ringrazio per avermi letta e vi do appuntamento alla prossima settimana per la recensione completa dell’opera. Intanto non dimenticate di seguire anche le altre tappe del Blog Tour, ne vale assolutamente la pena!

Alla prossima! Stay bookish!

Programma del Blog Tour

Per non perdere nemmeno un dettaglio del romanzo queste sono le pagine da visitare:

Presentazione del libro e dell’evento
Intervista all’autrice
Il genere distopico
La protagonista